La Cannabis Light è ormai all’ordine del giorno, anche nelle tabaccherie esposte le varietà di canapa.
Lo possiamo vedere con i nostri occhi ogni giorno, anche i tabaccai oggi vendono la cosiddetta “Cannabis light” o anche chiamata “Cannabis Sativa L.”.
Un mercato che ha travolto l’Italia, entrando prepotentemente nella vita di tutti i giorni, occupando scaffali dei “canapa shop”, negozi dedicati alla canapa che ora, hanno incentrato il proprio business sui fiori di canapa industriale, piu che su creme, saponi ed altri prodotti cosmetici o aalimentari.
EasyJoint uno di principali venditori di Canapa Light, in poco meno di 45 giorni, ha fatto girare oltre mezzo milione di euro. e prevede un giro d’affari da 44 milioni l’anno e circa 1000 posti di lavoro.
Ora che il mercato si sta allargando ed i “Canapa Shop” continuano ad aprire nelle principali città italiane, aumentano anche i sequestri di cannabis light da parte della guardia di finanza. Mettendo così in difficoltà i commercianti che da imprenditori, si trasformano per lo stato in spacciatori, con una denuncia appunto per spaccio di sostanze stupefacenti a proprio carico.
Quindi la domanda sorge spontanea…
La cannabis light è legale?
Sono decine per ora i sequestri effettuati dalle forze dell’ordine nei “Canapa Shop” italiani.
Partendo dal caso di Vieste, dove sono state confiscate 19 confezioni di cannabis light a marchio “Mary Moonlight”, dove il proprietario è stato denunciato per spaccio di sostanza stupefacente dalla guardia di finanza, nonostante il proprietario del negozio abbia mostrato le dichiarazioni di conformità del prodotto, le forze dell’ordine hanno proceduto comunque con il sequestro della sostanza, specificando i motivi nel verbale:
“Le etichette dei prodotti richiamano alla legge n.242 del 2016 (che permette agli agricoltori di coltivare cannabis con una soglia di THC fino allo 0,6% senza ripercussioni) e la cannabis confiscata avrebbe un THC pari a 0,52% affinché la Cannabis possa essere venduta al pubblico, deve contenere la soglia di THC inferire allo 0,2%.
Una legge molto confusa..
La Cannabis light “Può essere sottoposta a sequestro”. A fare chiarezza è la Polizia scientifica, e più precisamente Anna Maria Caputo, direttore tecnico chimico della Polizia. “La legge 242 del 2016, non riguarda la legalizzazione della cannabis ma promuove la coltivazione della canapa industriale ed è rivolta solo agli agricoltori. La canapa legale fa riferimento a questa legge ma questa non è quella a cui fa riferimento la polizia quando deve analizzare sostanze stupefacenti”.
Ci troviamo evidentemente davanti ad una diversa interpretazione della legge n.242 che regola il business della cannabis industriale. Le differenti visioni di basano principalmente sul fatto che la legge 242 del 2016 innalza effettivamente la soglia di tolleranza legale nei confronti del THC dal 0,2% allo 0,6% e specifica che le coltivazioni di cannabis in Italia per rimanere nella legalità devono comunque provenire da sementi certificate a livello europeo ed avere concentrazioni di THC inferiori allo 0,2%. La legge non tratta l’importazione e la commercializzazione del prodotto.
Il problema principale sta nella presenza sul mercato italiano di due tipologie di prodotto: la canapa italiana e quella di importazione, nello specifico parliamo della canapa proveniente dalla Svizzera, come quella posta sotto sequestro a Vieste.
Un altro esempio di sequestro è Cassino, dove la polizia ha sequestrato un chilo di “Erba” di dubbia provenienza ed è stato cosí denunciato per spaccio di sostanze stupefacenti, non essendo stato in grado di presentare le certificazione per dimostrare l’origine lecita della sostanza presente nel negozio.
La polizia ha contestato anche il fatto che il commerciante abbia immesso sul mercato un prodotto proveniente dall’estero, ma senza essere in grado di indicarne le varietà di origine della canapa commercializzata.
Inoltre, gli agenti hanno rilevato un altissimo contenuto di CBD presente nel prodotto commercializzato, rendendolo un vero e proprio farmaco, quindi nella impossibilità di commercializzarlo in libera vendita, a danno della salute pubblica, in ragione della normativa vigente che vieta la commercializzazione in Italia, di farmaci sprovvisti dell’autorizzazione dell’Agenzia Italiana del Farmaco.
Altro caso di sequestro è Roseto, dove la Guardia di Finanza, ha sequestrato in una tabaccheria una ventina di bustine di marijuana “legale”per un totale di circa 4 chilogrammi, anche se l’esercente é riuscito a dimostrare che l’acquisto della merce é stato del tutto regolare.
Il mercato non è a rischio
“Questi sequestri non mettono a rischio il mercato, riferisce Luca Marola, lo andrà invece a pulire da chi ha abusato di questo clamore mediatico portando in Italia prodotti che non possono essere commercializzati”.
3 risposte
Quindi, se ho capito bene, la commercializzazione è possibile solo nel caso in cui la canapa provenga dall’Italia e sia di provenienza certificata?
E se io possedessi della canapa proveniente dalla Svizzera, quali documenti dovrei avere per poter effettivamente dimostrare che la canapa in questione è certificata e proviene da sementi europee? E poi non è molto chiaro il motivo per cui è stata sequestrata al rivenditore di Vieste, in quanto la percentuale di THC trovata è comunque inferiore alle 0.6%, il che la dovrebbe rendere lecita alla vendita, considerando anche che il proprietario possiede tutti i documenti necessari alla vendita.
A quanto pare la percentuale di THC trovata nella Cannabis sequestrata era si inferiore a 0.6%(limite di legge per il coltivatore) ossia il minimo per il coltivatore. ma superiore a 0.2%…. affinché la Cannabis possa essere venduta liberamente al pubblico, deve contenere una soglia di THC inferire allo 0,2%
Certo, peccato che se la coltivano con 0.6 di THC, come fanno poi i commercianti a venderla con lo 0.2% ? Mica si può diminuire dopo…
Le solite leggi italiane fatte da chi con probabilità ne aveva fumata una con concentrazione 10%….